[as] convergenze

Lacrime per il bosone di Higgs

di Ottavia Fusco Squitieri
attrice teatrale e cantante


Da sempre la mia passione si è rivolta all’infinitamente piccolo e all’infinitamente grande.
Avevo appena sette anni quando presi un foglio dal mio quaderno a quadretti e scrissi (in italiano):
“Gentili signori della NASA, sono una bambina di sette anni appassionata di voli Apollo. Se possibile vorrei ricevere la relazione di volo dell’ultima missione e una foto degli astronauti con autografo. Cordiali saluti”. Chiusi il foglio in una busta con l’indirizzo NASA-Houston-Texas e imbucai …
Passarono due mesi quando un martedì, tornando da scuola (ricordo che era proprio di martedì, perche all’epoca la RAI trasmetteva all’ora di pranzo “Super Gulp, fumetti in TV”), trovai nella buca da lettere una grande busta gialla con l’aquilotto della NASA e, all’interno, ciò che avevo chiesto. Mi avevano risposto!!! La gioia fu incontenibile, anche perché i miei sogni di bambina erano diventare attrice o astronauta. Peccato però che in quegli anni, almeno in Italia, le donne non fossero ancora contemplate nei progetti spaziali di volo. Fu così che, senza rimpianti, seguii la strada dell’arte.
Il sogno dell’Infinito, però, non si placava e il mio percorso esistenziale passava attraverso lo studio della filosofia, della mistica e della scienza: parallelismi più che plausibili e che Einstein ci ha ben segnalato. Più che altro sono sempre stata convinta che le grandi intuizioni mistiche delle filosofie orientali (più che di quelle occidentali, data la loro impostazione teologica, oggi a mio avviso del tutto anacronistica) siano sempre più confermate dai progressi della fisica quantistica.
Passando attraverso curiosità e approfondimenti, approdo così a un primo, grande progetto teatrale, che metteva insieme le mie passioni: lo spettacolo “Infinity”, scritto e diretto da Ruggero Cappuccio, con musiche originali di Franco Battiato, ispirato a Valentina Tereshkova, la prima donna nello Spazio.

Anche l’incontro con il M° Battiato ha contribuito a confermare le mie convinzioni sul legame stretto tra mistica e scienza. In quell’occasione ebbi modo di conoscere il nostro astronauta Paolo Nespoli, che mi mise in contatto con Mosca, in particolare la Città delle Stelle (il centro di training, in cui sono stati formati i cosmonauti russi, ndr), e la grande Valentina attraverso la figlia Elena.
E, sempre grazie a Paolo, approdo poi al CERN di Ginevra. Siamo nel dicembre 2022 e per la prima volta nella mia vita mi ritrovo completamente immersa nell’intelligenza e nello stupore: una sensazione di commozione incommensurabile di fronte al grande mistero dell’esistenza. Respiro l’atmosfera della mitica caffetteria del CERN, dove tante idee sono emerse dai cervelli più brillanti del mondo davanti a una birra o a una tazza di caffè. Incontro Fabiola Gianotti e sotto la sapiente ed entusiasmante guida della comunicatrice scientifica del CERN, Paola Catapano, entro nel tunnel dell’LHC. Da quella visita, mi viene proposto di collaborare – con la mia voce in italiano che racconta la storia dell’universo – al progetto del Science Gateway di Renzo Piano, allora in allestimento e poi inaugurato il 7 ottobre 2023 (vd. [as] spazi: Science Gateway, ndr).

b.
Ottavia Fusco nel Science Gateway, al CERN di Ginevra.

Insomma, avevo raggiunto la “quadratura del cerchio” tra il mio essere attrice e le mie passioni scientifiche. Ma un episodio in particolare, che risale al febbraio 2022, credo sintetizzi al meglio le emozioni che ho cercato di comunicare fin qui, ma per raccontarlo sono necessarie un paio di premesse: la prima è che ho il raro privilegio di un’amicizia che va oltre il senso comune dell’amicizia – di quelle cosiddette “eterne” – con Paola di Genova, detta Paolettina. La seconda è che, al momento dell’episodio che intendo narrare, la mia adorata e novantenne mamma Ester stava malissimo.
Cosa c’entrano queste premesse? C’entrano, c’entrano …
Ero a casa e mi apprestavo a seguire il documentario in onda su RAI3 dedicato a Fabiola Gianotti.
La trasmissione comincia e io la seguo con coinvolgimento ed emozione crescenti, fino a quando arriva il fatidico momento dell’annuncio della scoperta del bosone di Higgs, dall’Auditorium principale del CERN: l’emozione di Fabiola e poi tutti a esultare e poi il prof. Higgs in lacrime e poi e poi e poi …
Io, sempre da sola sul divano di casa, comincio a piangere come una fontana e a singhiozzare come un motore ingolfato.
Devo assolutamente, ASSOLUTAMENTE, condividere con qualcuno quell’emozione unica, incontenibile! Acchiappo il cellulare e chiamo Paolettina … Se quanto segue fosse un copione teatrale, la scena si sarebbe svolta così:
Paolettina: Sì?
Ottavia: Paolettinaaaaaaa!!! (singhiozzi inarticolati)
Paolettina (spaventatissima): Oh Dio mio Ottavia, la mamma?!?
Ottavia: Il bosone di Hiiiiiiigggggsssss!!! (altri singhiozzi)
(PAUSA)
Paolettina: MA VAFFA*******!!!!!!!!!!!!!
(CLIC)
Quel pomeriggio ho seriamente rischiato di giocarmi l’amicizia più importante della mia vita.
Cosa non si fa per la scienza…