Lvd e il mistero delle supernovae mancanti

lvd simone schiavonL’esperimento Lvd (Large Volume Detector) che si trova nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso (Lngs) dell’Infn ha realizzato una misura di altissima precisione sulla frequenza delle esplosioni di supernovae, eventi catastrofici luminosissimi e rari. Lo studio, pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal (ApJ, 802, 47) permette di affermare che negli ultimi 21 anni, periodo di presa dati dell’esperimento, non si sono verificati eventi di questo tipo nella nostra galassia.

“Il risultato pubblicato è la misura più precisa fino ad ora ottenuta nell’osservazione di esplosioni di supernovae nella nostra galassia”, dichiara Antonino Zichichi, professore emerito di fisica superiore all’Università di Bologna, ideatore e coordinatore dell’esperimento Lvd. “Lo studio di questi eventi catastrofici che avvengono nella nostra galassia – conclude Zichichi – consentirà non solo di determinare i processi che avvengono all’interno della stella prima che essa si trasformi in una stella di neutroni o in un buco nero, ma anche di misurare proprietà dei neutrini che sarebbe impossibile misurare in laboratorio”.

Ideato per cercare e studiare le esplosioni di supernovae, il telescopio Lvd si basa sulla rivelazione dei neutrini emessi dalle stelle nella loro fase finale. Durante i collassi stellari, infatti, le stelle si comportano come “candele nucleari” emettendo enormi quantità di luce e di neutrini. Questi ultimi, essendo particelle prive di qualsiasi tipo di carica (elettrica, nucleare, subnucleare) fatta eccezione quella detta “debole”, non interagiscono quasi mai con la materia percorrendo indisturbati, e velocissimi, distanze enormi. Nel silenzio cosmico dei Lngs, naturalmente schermati dalla pioggia di raggi cosmici da circa 1400 metri del massiccio del Gran Sasso, il rivelatore Lvd attende proprio i neutrini originatisi in questi catastrofici eventi.

Dallo studio delle esplosioni di supernovae che avvengono nelle altre galassie i ricercatori sanno che in ogni galassia, nell’arco di un secolo, dovrebbero verificarsi da 1 a 3 di questi eventi. Sappiamo anche che, nella nostra galassia, l’ultimo fu avvistato da Keplero e Galilei quattro secoli fa: sembrano dunque mancare all’appello tra le 4 e le 12 esplosioni di supernovae. Secondo i ricercatori dell’esperimento Lvd ciò potrebbe dipendere dal fatto che la luce emessa durante l’esplosione delle supernovae, viene assorbita dalla materia galattica lungo il tragitto percorso. I neutrini, diversamente dai fotoni, attraversano la galassia senza interagire con la materia e risultano dunque importantissimi per lo studio delle esplosioni di supernovae.

 

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