Cms e Lhcb confermano l'osservazione di un evento rarissimo

bbcmslhcb 1webCms e Lhcb, due dei quattro imponenti rivelatori del Large Hadron Collider (Lhc), il superacceleratore del Cern di Ginevra, sono riusciti a individuare un rarissimo decadimento del mesone Bs, con una significatività statistica di oltre sei deviazioni standard: fuori dal gergo scientifico, questo significa che sono proprio sicuri di averlo osservato. Il processo era già stato misurato in passato, sia da Cms sia da Lhcb, ma con una minore significatività statistica: adesso, grazie a un’analisi combinata dei loro dati, le due collaborazioni sono riuscite a superare, appunto, la soglia delle sei deviazioni standard e a poter affermare con certezza l’osservazione del raro decadimento. I risultati di questo lavoro sono pubblicati oggi sulla prestigiosa rivista internazionale Nature.

Grazie all’analisi combinata dei dati (prodotti nelle collisioni tra protoni nel 2011 all’energia di 7 TeV e nel 2012 a 8 TeV), Cms e Lhcb hanno studiato il decadimento del mesone Bs (composto di un antiquark beauty e di un quark strange) in una coppia muone e antimuone, come se fossero un unico esperimento, trattando in maniera rigorosa le correlazioni e le incertezze sistematiche. L’ipotesi che l’osservazione del decadimento sia dovuta a una erronea valutazione dei processi di fondo è, così, inferiore a circa 1 su un miliardo. Inoltre, Cms e Lhcb hanno le prime indicazioni, anche se con precisione minore, di un altro decadimento simile: quello del mesone Bd (in cui al posto del quark strange c’è un quark down) in due muoni. Per ogni miliardo di Bs e ogni 10 miliardi di Bd prodotti a Lhc, solo qualcuno decade in una coppia di muoni. “Grazie all’eccellente funzionamento di Lhc e alla sensibilità dei nostri esperimenti, è stato finalmente possibile osservare questo processo, raro e determinante”, spiega Flavio Archilli, giovane ricercatore al Cern, fra i curatori della combinazione dei risultati.

“Questa accurata combinazione delle misure dei due esperimenti permette di escludere un ampio numero di nuove teorie fisiche che prevedevano un valore superiore a quello del modello standard”, conclude Archilli. “Il risultato ottenuto è molto importante, e conferma ancora una volta le predizioni del modello standard” commenta Fabrizio Palla, ricercatore della Sezione Infn di Pisa e responsabile italiano dell'analisi pubblicata. “Adesso, che Lhc è ripartito e tra qualche settimana inizierà a lavorare al doppio dell’energia precedente, l'obiettivo si sposta nel migliorare la misura del decadimento, grazie ai nuovi dati che collezioneremo, con la speranza di poter testare ulteriormente le teorie che predicono estensioni del modello standard”. Combinare i dati di due esperimenti molto diversi sia per obiettivi scientifici sia per apparati sperimentali, come lo sono Cms e Lhcb, è un lavoro complesso perché implica una condivisione di metodi, strumenti e modelli. La pubblicazione di questi risultati quindi non rappresenta solamente una conquista scientifica ma anche un successo di metodo e di collaborazione.

 

Vd. anche in Asimmetrie n. 15 Il fascino dell'impossibile

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