L’universo ha accelerato grazie al bosone di Higgs?

Il telescopio spaziale Planck dell'Agenzia Spaziale Europea ha aggiornato con grande precisione la mappa della radiazione fossile del Big Bang. Questa mappa fornisce preziose informazioni anche a quella parte della fisica che sta alla frontiera tra fisica delle particelle negli acceleratori (fisica delle alte energie studiata dall'Infn) e cosmologia. Secondo il vicepresidente dell'Infn, prof. Antonio Masiero, "i nuovi dati di Planck sostengono con forza che l'espansione dell'universo nel suo primissimo stadio (frazioni di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang) ha conosciuto una violenta accelerazione nota come inflazione (vd. [as] Crescita in termini di inflazione.). Nel modello standard della fisica delle particelle vi è un solo candidato per poter dar luogo a tale epoca inflazionaria: si tratta proprio del bosone di Higgs, le cui tracce sono state individuate e confermate recentemente alla macchina acceleratrice Lhc del Cern di Ginevra". "Un'attenta analisi condotta sia a livello termico che sui dati presenti e futuri di Lhc e di Planck - continua Masiero - potrà dirci se l'artefice delle dimensioni e dell'età dell'odierno universo (cioè la particella, inflatone, che ha prodotto l'inflazione) possa essere identificabile con quella particella, il bosone di Higgs, che ha fornito la massa delle particelle presenti nel plasma primordiale. Naturalmente, se il bosone di Higgs del modello standard non potesse fungere anche da inflatone, si aprirebbe un'importante finestra sulla nuova fisica che sta oltre il modello standard. [Eleonora Cossi]

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