Nuovo successo per l’esperimento sottomarino per neutrini Km3net

Si sono concluse con successo alle 6.30 di questa mattina, quando il primo segnale è arrivato alla stazione di terra di Capo Passero, le operazioni di posa della seconda delle cento strutture che formeranno il telescopio sottomarino per neutrini di origine cosmica “chilometro cubo”, in costruzione negli abissi al largo della Sicilia, a 3500 m di profondità. “Quando abbiamo visto i primi dati arrivare abbiamo tirato un sospiro di sollievo e sia a terra sia a bordo della nave è scoppiato l’entusiasmo”, racconta Klaus Leismueller dei Laboratori Nazionali del Sud (Lns), responsabile delle operazioni marine. “La nuova struttura a ‘stringa’ è stata deposta utilizzando un ‘veicolo di lancio’ sferico del diametro di 2 m, attorno al quale era stata completamente avvolta – spiega Leismueller – e, in meno di 10 ore, è stata ancorata a 3500 m di profondità e connessa al cavo sottomarino principale grazie a un Rov, cioè un robot sottomarino filoguidato dalla nave. Infine, grazie a un sofisticato sistema di trasporto della potenza elettrica e dei dati sul cavo elettro-ottico, la stringa è stata accesa e quindi ‘srotolata’ fino a raggiungere la configurazione finale: tutte le operazioni sono state svolte da un team multidisciplinare costituito da ricercatori e tecnologi Infn e personale specializzato della nave Nautical Tide”, conclude Leismueller.
“La campagna in mare era iniziata lo scorso 1° maggio, ma abbiamo dovuto attendere per iniziare la posa dello strumento per le cattive condizioni del mare – spiega Marco Circella della Sezione Infn di Bari e coordinatore tecnico di Km3net Europa – poi, finalmente, ieri sera le onde si sono calmate e abbiamo potuto iniziare le delicatissime operazioni, che si sono concluse all’alba, dopo una nottata di lavoro e tensione, nel migliore dei modi”. “Il dispositivo installato si basa su una nuova tecnologia rispetto alla prima torre installata nel marzo 2013 – precisa Circella – infatti, consiste in una stringa costituita da un cavo elettro-ottico, lungo circa 200 m su cui sono collegati sensibilissimi ‘occhi elettronici’ per rivelare la scia luminosa prodotta dai neutrini sott’acqua. Anche questo secondo modulo del telescopio è stato poi collegato al cavo di comunicazione in fibra ottica che, dagli abissi, porta in tempo reale i dati registrati dai sensori fino alla stazione di terra di Portopalo di Capo Passero dei Laboratori del Sud dell’Infn”, conclude Circella.

Le operazioni sono state condotte dalla collaborazione internazionale Km3net, che vede in prima fila l’Italia con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e in particolare i Laboratori Nazionali del Sud. “Questo è indubbiamente un grande successo della scienza e della tecnologia”, commenta Giacomo Cuttone, direttore dei Laboratori Nazionali del Sud. “Ora si possono ritenere concluse tutte le operazioni preliminari e quindi si può procedere alla produzione finale di tutti i rivelatori.  Entro la primavera del prossimo anno sarà completata la loro installazione”, conclude Cuttone. [Antonella Varaschin]

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