Doppio beta: nuovi limiti al Gran Sasso

Gli scienziati dell’esperimento Gerda (GERmanium Detector Array), che si trova ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (Lngs), hanno ottenuto un nuovo limite per il decadimento doppio beta senza neutrini nell’isotopo 76 del germanio (76Ge). I risultati sono stati discussi il 16 luglio in un seminario presso i Lngs e sono stati pubblicati su http://arxiv.org/. Combinato con le informazioni di altri esperimenti, questo limite smentisce un precedente risultato di un altro esperimento che quasi 10 anni fa aveva annunciato la rivelazione di questo rarissimo fenomeno. Il decadimento doppio beta senza neutrini è un fenomeno quasi “inafferrabile” in cui due neutroni del nucleo sono convertiti, ovvero decadono, in due protoni, due elettroni e due neutrini. Se i neutrini sono particelle di Majorana, cioè coincidenti con la loro antiparticella, i due neutrini emessi possono annichilirsi a vicenda, senza emergere dal nucleo. Gli scienziati di Gerda non hanno rivelato questo tipo di decadimento dopo aver controllato per più di un anno 18 kg di 76Ge. Questo fatto si traduce nel poter porre un limite pari a 2,1x1025 anni in quello che viene chiamato tecnicamente il tempo di dimezzamento del decadimento. Entro tempi inferiori a tale limite è improbabile che il fenomeno avvenga. Tale limite corrisponde a un intervallo di tempo un milione di miliardi di volte circa l'età dell'universo. La presa dati è iniziata nell’autunno del 2011, utilizzando 8 rivelatori, ciascuno del peso di circa 2 kg e di dimensioni simili a quella di una lattina. Successivamente sono stati aggiunti 5 ulteriori rivelatori. Il prossimo passo di Gerda consisterà nell’aggiungere nuovi rivelatori già prodotti, in modo da raddoppiare la quantità di 76Ge. L’acquisizione dati continuerà in una seconda fase dopo che alcuni ulteriori miglioramenti saranno implementati per ridurre ancora di più il rumore di fondo rispetto al segnale cercato. Gerda è una collaborazione europea alla quale partecipano 15 istituti di Italia, Germania, Russia, Svizzera, Polonia e Belgio. In particolare in Italia vi lavorano i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, le sezioni Infn e le Università di Milano, Milano Bicocca, Padova. [Eleonora Cossi]

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