A Trento si discute dei futuri rivelatori di Lhc

Dall’11 al 13 marzo i ricercatori Infn che lavorano agli esperimenti di Lhc si incontrano alla Fondazione Bruno Kessler a Povo (Trento), per discutere i progetti di potenziamento dei rivelatori di Lhc, in vista della ripartenza dell’acceleratore e dell’aumento della luminosità istantanea. In particolare, a Trento si discuteranno i progetti di Ricerca e Sviluppo per la realizzazione di tracciatori, calorimetri, sistemi per muoni con associata elettronica, trigger e sistemi per l’acquisizione e il calcolo dati. Al workshop partecipano anche rappresentanti delle aziende coinvolte nelle attività di R&D al fine di promuovere l’interscambio con l’industria anche nell’ambito del programma europeo Horizon2020. Nei prossimi dieci anni, il Large Hadron Collider raggiungerà progressivamente una luminosità istantanea fino a cinque volte superiore a quella di disegno, accumulando una statistica dieci volte superiore a quella raccolta . "L’esplorazione al Lhc è solo all’inizio – spiega Anna Di Ciaccio, rappresentante Infn dell’esperimento Atlas – stiamo già adesso lavorando al potenziamento dei nostri rivelatori per essere pronti a riprendere dati nel 2015 con un’energia di Lhc quasi raddoppiata e dare la caccia a nuove particelle previste dalla maggior parte dei modelli di estensione del Modello Standard"."Il programma di fisica ad alta luminosità (Hl-Lhc) è considerato di primaria importanza nella Strategia Europea per la fisica delle particelle e deve essere inteso come il motore per sviluppo di tecnologie d'avanguardia", commenta Nadia Pastrone, rappresentante Infn dell’esperimento Cms. [Eleonora Cossi]

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