[as] traiettorie
On the road.

di Eleonora Cossi


a .
“C’è sempre qualcosa di più, un po’ più in là... non finisce mai.” – On the road, Jack Kerouac

“Immagina che una grande società, ad esempio un’azienda attiva nel settore tecnologico, decida di ampliare il proprio business aprendosi ai mercati emergenti o introducendo nuove linee di prodotti. Una sfida economica complessa a cui concorrono molteplici fattori – economici, normativi e sociali – che, a seconda di come vengono valutati e affrontati, possono portare al successo o viceversa a epiloghi poco gratificanti. Quello che serve a quest’azienda è un’efficace strategia di business: è qui che entra in campo il mio team”. Alessandro Palma lavora dal settembre 2013 in una grande azienda internazionale di consulenza che ha base negli Stati Uniti, la Boston Consulting Group, per la quale si occupa di “consulenza strategica di business”: una professione tanto impegnativa quanto gratificante. Per intervistarlo ci siamo dati un appuntamento via Skype alle sei di mattina, ora della costa orientale degli Stati Uniti.

 

Alessandro [A]: Le società di consulenza sono realtà molto affermate nel panorama economico globale. La loro funzione è aiutare le aziende a investire, innovare, individuare nuove opportunità o ristrutturarsi, offrendo una consulenza di tipo manageriale e strategico, che spesso arriva dopo un periodo di “osservazione in loco”. Funziona così: un team di consulenti viene inviato in azienda per trascorrervi qualche mese. Si tratta di un periodo di osservazione cruciale, sulla base del quale viene poi redatta un’analisi che servirà a indirizzare l’azienda nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Io faccio parte di questo team. È un lavoro estremamente stimolante, che porta continuamente ad affrontare nuove sfide.

b.
Alessandro Palma, 31 anni e un dottorato in fisica, lavora negli Usa come consulente strategico per la Boston Consulting Group. Dal 2010 collabora come volontario con la onlus “Prize4Life” che sostiene la ricerca sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla).
[as] Una sorta di esploratore contemporaneo... Ma a cosa serve un dottorato in fisica sperimentale per svolgere un lavoro del genere? Che legame c’è tra l’analisi dei primi dati di Cms e lo strategic business?

[A]: Attraverso la mia formazione di fisico ho interiorizzato una serie di competenze impor tanti che poi ho messo in pratica nella mia professione attuale. Dopo la laurea ho vinto la borsa di dottorato in fisica all’Università La Sapienza di Roma. Il mio lavoro riguardava l’analisi dei primi dati dell’esperimento Cms del Large Hadron Collider (Lhc): un compito dove rigore analitico e chiarezza sono elementi fondamentali per modellizzare il problema che si sta affrontando. Si parte dagli elementi di base per elaborare modelli quantitativi complessi: un approccio vincente sia nella fisica delle particelle sia nell’analisi strategica! Un altro aspetto importante, che ho maturato nella ricerca scientifica, riguarda lo strutturare il ragionamento per ipotesi. Lavorando all’analisi dei dati di Lhc, mi sono trovato a confrontarmi con una mole di informazioni impressionante, una quantità tale che molto si avvicina alla metafora dell’ago nel pagliaio. È solo adottando una strategia di ragionamento adeguata e rigorosa che ci si riesce a non perdere, e questa strategia consiste appunto nel procedere verificando e falsificando ipotesi, per identificare la strada da percorrere. Che si tratti di un sentiero o di un’autostrada, l’importante è procedere nella direzione giusta!

[as]: E senza perderti tu hai girato parecchio. Un fisico on the road...

[A]: In effetti nell’ultimo anno mi sono spostato molto. Dal 2011 al 2013 ho frequentato un Mba (Master in Business and Administration) presso la Harvard Business School negli Stati Uniti, grazie al quale ho avuto l’opportunità di essere selezionato per due internship (periodi di tirocinio): uno a Chicago, presso una banca di investimento, e uno a Rio de Janeiro, in Brasile, presso una società di venture capital che investe in società innovative. Un’escursione termica e culturale notevole.

[as]: Ma questo viaggio professionale è partito dall’Italia, da Roma.

[A]: Sì, stavo ancora finendo il dottorato quando ho cominciato a lavorare in Enel: è stata la mia prima esperienza fuori dall’ambito della fisica, in cui però le competenze acquisite nella mia formazione scientifica, in particolare la fluidodinamica, sono state fondamentali. Ho lavorato per un anno con base a Catania, come figura tecnica di supporto allo sviluppo di progetti eolici e fotovoltaici. In seguito c’è stata una transizione professionale e mi è stata offerta un’opportunità in un ruolo legato al business, con base a Roma. È stato in quel momento che ho capito che era quella la strada che volevo percorrere e il gruppo di ricerca con cui collaboravo mi ha fornito il supporto e l’incoraggiamento necessari per finalizzare il lavoro di tesi in quella fase di transizione.

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