[as] intersezioni
Microgravità.

di Giovanni Valentini
responsabile Asi dell’utilizzazione della Iss

Stazione Spaziale Internazionale (Iss)a.
Nella Stazione Spaziale Internazionale (Iss) ci sono particolari condizioni di microgravità, ideali per fare esperimenti non realizzabili sulla Terra.
La Stazione Spaziale Internazionale (Iss) è un laboratorio orbitante intorno alla Terra a circa 400 km di altitudine. Ciò determina al suo interno una particolare condizione di microgravità che consente di effettuare esperimenti – non realizzabili sul nostro pianeta – in molti ambiti della ricerca fondamentale e applicata. Gli studi condotti a bordo della Iss hanno da sempre il duplice obiettivo di fare scienza e di sviluppare nuove tecnologie in vista delle future missioni di lunga durata verso la Luna e Marte, coadiuvando al contempo la ricerca a terra. In particolare, gli esperimenti nel campo della fisiologia umana, della biologia e delle biotecnologie hanno ricadute molto significative. Data la necessità di monitorare la salute degli astronauti, infatti, nel tempo sono stati sviluppati sistemi di telemedicina poco ingombranti e leggeri, che hanno migliorato l’efficienza dei nostri apparati medici. Un importante esempio di queste attività è rappresentato da Nutriss, esperimento dell’Asi condotto durante la missione Beyond di Luca Parmitano nel 2018. L’esperimento consiste nella misurazione della massa e della composizione corporea dell’astronauta durante il suo volo a bordo della Iss. Lo studio prevede la raccolta pre- e post-volo dei dati antropometrici, della composizione corporea e dei parametri ematochimici, nonché dell’introito energetico. Inoltre, durante il volo, a cadenza regolare, sono monitorati e registrati la massa, la composizione corporea e l’introito nutrizionale. I dati così ottenuti sono inviati dall’astronauta a un team scientifico presso l’Università di Trieste, che provvede ad analizzarli e fornire all’astronauta indicazioni sulla dieta più adatta da seguire. L’obiettivo è quello di mantenere una composizione corporea ideale, evitando l’aumento del rapporto tra massa grassa e magra dovuto all’inattività da microgravità.
 
Luca Parmitano b.
Luca Parmitano alle prese con uno dei controlli periodici della sua massa corporea, svolti nell’ambito dell’esperimento Nutriss durante la sua ultima missione (Beyond) a bordo della Iss.
 

Il monitoraggio regolare e personalizzato della massa e della composizione corporea contribuirà a far luce sulla fisiopatologia dei cambiamenti nella composizione corporea durante i voli spaziali a lungo termine. Sulla base dei risultati ottenuti, verranno fornite raccomandazioni sulle modifiche da apportare nell’assunzione di energia, migliorando le prestazioni fisiche e la qualità della vita dell’astronauta durante il volo spaziale e ottimizzando le fasi di recupero degli astronauti sulla Terra dopo la missione. Inoltre, i risultati sperimentali potrebbero coadiuvare la gestione clinica dei pazienti immobilizzati e di quelli malnutriti od obesi. Sulla Iss si conducono anche esperimenti con finalità didattiche, alcuni dei quali conseguono anche importanti risultati di tipo scientifico. È il caso di Xenogriss, un progetto selezionato nell’ambito del concorso “Yiss - Youth Iss Science” che l’Asi ha promosso in vista della missione Beyond per coinvolgere gli studenti delle scuole superiori nel processo di ideazione e preparazione di un esperimento da eseguire a bordo della Iss. La caratteristica peculiare di questo progetto è quella di avere scopi sia scientifici sia educativi. L’esperimento è stato progettato, presentato e realizzato congiuntamente da ricercatori del Dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari dell’Università di Milano, dal laboratorio gestito dall’azienda Asa e dal Dipartimento di Scienze Biomediche Sperimentali e Cliniche dell’Università di Firenze, da Kayser Italia e da un gruppo di nove studenti e tre insegnanti dell’Itis “A. Meucci” di Firenze, e ha visto il coinvolgimento degli studenti in un’attività multidisciplinare volta a studiare l’effetto della microgravità sui processi di crescita e rigenerazione di tessuti biologici, utilizzando un modello animale (Xenopus laevis, una rana acquatica) che consente di osservare entrambi i processi contemporaneamente. Dai risultati preliminari, l’esposizione a condizioni di microgravità sembra indurre un ritardo nella rigenerazione dei tessuti e una loro diversa organizzazione strutturale, che potrebbe comportare alterazioni delle proprietà meccaniche e delle funzioni. Nell’uomo, le alterazioni nel processo di guarigione delle lesioni possono portare a condizioni patologiche che vanno da un ritardo nella chiusura delle ferite e ulcere croniche alla formazione di cheloidi e di tessuti fibrotici. Questi problemi di cicatrizzazione sono spesso legati alla presenza di serie patologie sistemiche, come il diabete o le malattie circolatorie, e rappresentano anche un grave problema socio-economico, oltre a influenzare fortemente la qualità della vita dei pazienti. Un aumento delle conoscenze sui meccanismi di riparazione dei tessuti, grazie a esperimenti come Xenogriss, potrà aiutare a trovare nuove strategie terapeutiche per un migliore trattamento dei pazienti che soffrono di problemi di cicatrizzazione.

 
 

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