[as] illuminazioni
Immergersi nell’universo.

 
L’universo in un palmo di mano. È questa l’idea di Big Bang AR, l’applicazione di realtà aumentata sviluppata dal Cern, in collaborazione con Google, e rivolta a chiunque sia interessato a conoscere, e a interpretare, la storia dell’universo e i meccanismi che ne regolano l’evoluzione. Il ricorso alla realtà aumentata, in questo caso, non è un semplice espediente alla moda per attrarre gli appassionati di nuove tecnologie, ma il linguaggio più appropriato per un racconto, quello sull’universo di cui siamo parte, che non può che essere immersivo.
Punto di riferimento dell’applicazione, che le permette di assumere il punto di vista di chi guarda, è la mano dell’utente: registrate le coordinate della sua posizione, Big Bang AR è l’occhio di chi guarda, capace di osservare nei dettagli che cosa lo circonda e di ricostruire la formazione e l’evoluzione dell’universo dalla sua origine. Il viaggio di 13,8 miliardi di anni dal Big Bang a oggi dura una quindicina di minuti, sempre che non ci si voglia soffermare a osservare i tanti spunti che si incontrano lungo la strada. E la scoperta più straordinaria è forse proprio questa: non importa in quale direzione rivolgiamo lo sguardo (la mano), l’universo si presenta sempre nello stesso modo: lo stesso fondo cosmico a microonde, la stessa composizione di stelle, la stessa densità di galassie. Guidati dalla voce narrante dell’attrice Tilda Swinton (nella versione in inglese) e da musiche dal sapore “cosmico”, è possibile interrogare l’universo interagendo con gli elementi che appaiono sullo schermo e assistere alla nascita delle prime stelle, del nostro sistema solare e della Terra stessa. Si può inoltre far ruotare il cellulare o il tablet per osservare stelle, galassie e pianeti da angolazioni diverse od osservare da vicino la formazione di tutte le strutture che hanno portato all’esistenza di quello che conosciamo: quark, protoni e neutroni, nuclei leggeri, atomi e molecole, cellule e organismi multicellulari.
Il viaggio attraversa le più grandi scoperte fatte nel secolo scorso e fino a oggi, per scoprire, tra le altre cose, che l’età della Terra è solo un terzo dell’età dell’universo, che le particelle del nostro corpo sono eterne e che noi abbiamo, di fatto, la stessa età dell’universo.
Presentata il 6 marzo scorso all’evento di Google Arts and Culture di Washington D.C, l’applicazione è disponibile per dispositivi Android su https://play.google.com/store/apps/details?id=ch.cern.BigBangAR e per Apple su https://itunes.apple.com/app/id1453396628. [Francesca Scianitti]
 
 
 

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